Sulla psicoterapia del paziente “borderline” nel servizio pubblico – Riccardo Dalle Luche

Psicoterapia

Riassunto Il trattamento a lungo e lunghissimo termine dei pazienti affetti da Disturbo Borderline di Personalità, con le loro caratteristiche forme di comorbidità, sta diventando un problema centrale per i professionisti che operano nei servizi pubblici, per i quali è necessaria una adeguata e approfondita formazione psicoterapeutica. Questi pazienti, infatti, finiscono per creare un legame stabile a lungo termine con uno o più medici ed altri operatori che finisce per rappresentare l’unico legame relativamente stabile e durevole nella loro vita, oltre quello con le figure parentali. La gestione di queste lunghe e coinvolgenti relazioni terapeutiche presuppone la conoscenza dei principali meccanismi di difesa e delle modalità e strategie relazionali tipiche e ripetitive di questi difficili pazienti che erodono nel tempo le regole dei setting di cura, cercano una relazione intima con gli operatori, che transitano facilmente dall’idealizzazione alla svalutazione cercando di mantenere la posizione di vittime perpetue in credito con…

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Carcinoma spinocellulare

Chiamato anche spinalioma, carcinoma epidermoide carcinoma squamocellulare. E’ una neoplasia maligna derivante dai cheratinociti dell’epidermide o dell’epitelio degli annessi cutanei, variamente cheratinizzante, più comune nei maschi, in zone fotoesposte e in soggetti con pelle chiara. E’ meno frequente del basalioma, ma ha un potenziale aggressivo locale superiore ed una maggior tendenza a metastatizzare. Il fattore eziologico principale è l’esposizione a raggi UV, ma altri fattori sono possibili, tra cui alcune modificazioni genetiche.

Sulla cute lo spinalioma può insorgere de novo oppure essere preceduto da precancerosi,tra cui la cheratosi attinica, e talvolta può essere multiplo. In fase iniziale si presenta come lesione papulosa o nodulare rosa-rosso, irregolare, a margini sfumati,con superficie cheratosica, anche ulcerata; in fase avanzata è una placca o un grosso nodulo, sempre irregolare, con superficie cheratosica o crostosa o ulcerata.

Sulle mucose e nelle regioni di passaggio cute-mucosa (bocca, ano, pene, vulva) la neoplasia è unica, rapidamente invasiva e metastatizzante. Inizialmente è una lesione papulosa o nodulare biancastra o rosa-rosso, con margini sfumati e superficie rapidamente ulcerata e tardivamente appare come placca o nodulo con consistenza duro-cartilaginea.

Lo spinalioma di labbra e mucosa orale è più frequente tra fumatori e bevitori di alcool e all’esordio può avere l’aspetto di una leucoplachia o di un’eritroplachia e successivamente assume aspetto vegetante.

La forma dei genitali e dell’ano può insorgere de novo  o su una leucoplachia o eritroplasia di Queyrat, può svilupparsi dalla forma gigante dei condilomi acuminati o associarsi al lichen scleroatrofico.

L’epitelioma cuniculatum è una variante che si presenta soprattutto in regione plantare come area ipercheratosica a lenta espansione, ulcerata centralmente, dalla quale, alla spremitura, fuoriesce materiale grigiastro pastoso maleodorante.

Con carcinoma verrucoso si indica sia l’epitelioma cuniculatum sia i condilomi giganti sia la papillomatosi orale florida (spinalioma del cavo orale a decorso relativamente benigno).

Le lesioni in sedi non fotoesposte insorgono come lesione unica.

L’incidenza delle metastasi varia in base alla sede della neoplasia: se insorge sulla cute raramente dà metastasi, mentre se si sviluppa sulle mucose o sulle aree di passaggio metastatizza con alta frequenza.

Istopatologia

La neoplasia, quasi sempre endofitica, spesso ulcerata, è costituita da masse irregolari di cheratinociti che proliferano nel derma e talvolta nell’ipoderma, con tendenza più o meno evidente alla cheratinizzazione. I cheratinociti sono atipici, con nuclei grandi ipercromatici e pleomorfi, e sono frequenti cellule discheratosiche con tendenza a formare perle cornee. Sono frequenti figure mitotiche, infiltrato linfoplasmacellulare ed elastosi solare (photoaging). Raramente la lesione è esofitica. Se ne conoscono diversi istotipi: acantolitico, pseudovascolare, adenosquamoso, a cellule fusate, verrucoso. La differenziazione cellulare è variabile, così come l’infiltrazione nel tessuto (livelli I, II, III, IV, V di Clark) e l’interessamento perineurale. Le cellule neoplastiche esprimono intensa positività per AE-3 e debole reattività per AE-1.

Diagnosi differenziale

Clinicamente va differenziato dal carcinoma basocellulare, dal cheratoacantoma, dalla cheratosi attinica, dalla malattia di Bowen, dalla leucoplasia e dall’eritroplasia.

Terapia

Prima di ogni decisione terapeutica è necessario l’accertamento istologico. L’asportazione chirurgica è la terapia elettiva. Nelle forme iniziali o nelle forme molto estese superficialmente è usata la diatermocoagulazione. La criochirurgia può essere usata in forme localizzate su cartilagini o in prossimità di strutture ossee. La radioterapia è usata in soggetti molto anziani. In caso di localizzazione al labbro inferiore, alla lingua e ai genitali occorre escludere un interessamento linfonodale.

Il rischio di metastasi per lesioni del tronco e degli arti è del 2-5%; le lesioni del viso e del dorso hanno un rischio tra il 10 e il 20%. La sede elettiva delle metastasi sono i linfonodi locoregionali, ma anche polmone, fegato, ossa, encefalo, mediastino. Le lesioni localizzate sulle mucose hanno un rischio ancora più elevato.

[Cainelli, Giannetti, Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGRAW-HILL]

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Carcinoma basocellulare

Chiamato anche basalioma, epitelioma basocellulare carcinoma tricoblastico. E’ una neoplasia epiteliale maligna, composta da cellule simili a quelle dello strato basale dell’epidermide e delle strutture epiteliali degli annessi, raramente metastatizzante.

E’ il più comune dei carcinomi cutanei nei soggetti di razza bianca, rarissimo nei neri e poco comune nei soggetti di razza gialla. Può comparire dall’infanzia in poi, soprattutto su cute danneggiata dal sole e la sua frequenza aumenta con l’avanzare dell’età. Il principale fattore eziologico sono gli UV, ma anche le esposizioni all’arsenico e alle radiazioni ionizzanti. Può insorgere su soggetti sottoposti a terapia immunosoppressiva e su ulcere distrofiche croniche, su amartomi o su cicatrici di vecchia data.

Le lesioni compaiono prevalentemente sul capo e sul collo, soprattutto sulla parte centrale del viso, ma può essere interessato anche il tronco. Le mucose sono indenni. Può essere una lesione solitaria, ma spesso è multifocale. Esistono vari tipi clinici: nodulare, superficiale, morfeiforme fibroepiteliale.

Il tipo nodulare in fase iniziale ha l’aspetto di una papula traslucida per poi divenire una placca o un nodulo rosa-rosso o bruno irregolare, con superficie liscia, squamosa o ulcerata, con teleangectasie. Il pigmento melanico può essere assente, presente in tracce o abbondante (pigmentato). Sul viso la neoplasia può ulcerarsi rapidamente (ulcus rodens).

Il tipo superficiale bowenoide prevale sul tronco. In passato era correlato all’esposizione all’arsenico. Si presenta come una placca eritematosa, limitata da un bordo irregolare leggermente rilevato, con parte centrale desquamante e atrofica.

Il tipo morfeiformesclerodermiforme compare quasi esclusivamente sul viso come placca rilevata o depressa di colore giallo avorio, con margini indefiniti. E’ difficile da identificare in fase precoce. Si estende molto al di là di quello che si vede clinicamente e ciò giustifica le frequenti recidive dopo asportazione chirurgica. Per questo va utilizzata la chirurgia di Mohs.

Il tipo fibroepitelialefibroepitelioma di Pinkus si manifesta come elemento nodulare o polipoide, unico o multiplo, di consistenza molle, del colore della cute o rosa, soprattutto in sede lombosacrale,spesso a distanza di anni da una radioterapia locale.

Non si conoscono condizioni precancerose del basalioma.

Tipicamente il basalioma ha decorso lento e progressivo. Il tipo superficiale ha andamento praticamente benigno, mentre i tipi ulcerativi possono provocare distruzione di altri organi o apparati (occhio, ossa, cervello, etc.)

Questa forma dà metastasi eccezionalmente (0,05%), prima ai linfonodi, poi agli organi interni (polmoni, pleura, fegato, ossa, etc.).

Istopatologia

Il basalioma insorge da cellule immature pluripotenziali delle strutture epiteliali degli annessi. Microscopicamente è caratterizzata da aggregati di cellule basaloidi distribuiti irregolarmente nel derma e talvolta nell’ipoderma. La cellula neoplastica ha un nucleo grosso e poco citoplasma,è simile alle cellule basali dell’epidermide e lo stroma intorno al tumore è ricco di fibroblasti, con incremento di vasi ematici dilatati.L’interazione tra epitelio e connettivo produce la caratteristica “palizzata” marginale delle cellule neoplastiche. Durante il processo di fissazione e disidratazione si determinano spaccature (clefts) tra il tumore e lo stroma. Esistono numerosi istotipi: cheratosico, superficiale, micronodulare, nodulare, infiltrativo, con differenziazione annessiale, basosquamosoo metatipico, cistico, infundibolocistico, adenoideo, sclerosante, pigmentato, adamantinoide, schwannoide, neuroendocrino, a cellule chiare, a cellule granulose, a cellule giganti, fibroepiteliale. Per la diagnosi si usano degli anticorpi monoclonali diretti contro le varie cheratine. Nel carcinoma basocellulare si possono usare gli anticorpi AE-1 (positivo quando le cellule sono prevalentemente indifferenziate) e AE-3 (positivo in caso di differenziazione follicolare).

Diagnosi differenziale

In fase iniziale va distinto nevo di Miescher e mollusco contagioso. La forma superficiale va differenziata da morbo di Bowen, psoriasi e dermatite seborroica. La forma pigmentata, se nodulare, può essere indistinguibile da un melanoma. Anche una cheratosi seborroica pigmentata può simulare un basalioma pigmentato.

Terapia

L’accertamento istologico è necessario prima di ogni decisione terapeutica. L’escissione chirurgica con riparazione per prima intenzione, per scorrimento di lembi o mediante innesto è il tipo di terapia più corretto. In alternativa sono possibili la criochirurgia, l’asportazione tramite curette preceduta e seguita da diatermocoagulazione, la radioterapia (in soggetti anziani con neoplasie estese) e l’uso locale di 5-fluorouracile o imiquimod.

[Cainelli, Giannetti, Rebora, Manuale di Dermatologia medica e chirurgica, McGRAW-HILL]

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Vivere da borderline

– Mi parli del tuo di­sturbo?

– Ho letto un libro c­he…
– No. A parole tue, n­on a parole degli alt­ri
– Borderline è essere­ vivi ma non riuscire­ a vivere, fare una c­osa e poi pentirsene ­un secondo dopo.
È sentire la musica p­iù forte, con le cass­e.
È non riuscire a speg­nerle, le casse. Cerc­are le istruzioni ma non trovarle.
Camminare con un cari­co di tristezza più f­orte del normale, più­ di quello solito, pi­ù di quello tollerabi­le.
Distruggersi la schie­na.
E il cuore.­
Borderline è scattare­ per poco.
È rivivere anni di tr­aumi per una sola par­ola, apparentemente i­nnocua ma che risvegl­ia un mondo.
È reagire con le emoz­ioni e non con la rag­ione.
È voglia di urlare e ­di spaccare tutto.
È rabbia, desiderio d­i vendetta. Rabbia co­ntro tutti e contro s­e stessi.
È un “cazzo, perché a­ me, perché”. È un “c­azzo, fatemela fare l­a vittima, fatemi lamentare ché ho le mie ­buone ragioni per far­lo”.
È avere un universo d­entro ma non saperlo ­verbalizzare. È espri­merlo con le azioni e­ poi scusarsi per ave­r agito.
Scusarsi per tutto. S­cusarsi e sperare in ­un abbraccio, magari.­
Ché pare sia un reato­ chiedere affetto, pa­re che qui si possano­ chiedere soldi e talvolta giustizia ma no­n affetto. Non affett­o.
Borderline è cullarsi­, a volte, in queste ­10 lettere. È sentirs­i speciali perché diversi.
È disprezzarle, altre­ volte, queste 10 let­tere, urlare che non hai scelto tu tutto q­uesto, non l’hai scel­to proprio.
È paura dell’abbandon­o e voglia di indipen­denza, è bianco e ner­o, è tutto e nulla.
È niente sfumature, n­iente vie di mezzo, o­dio e amore.
È ambivalenza.­
È sentirsi in credito­ con la vita, paura d­i farsi male e di far­e male.
È viso stanco, occhia­ie, corpo provato, sm­arrimento.
Camminare ad occhi ch­iusi, correre bendati­, nuotare nell’oceano­.
È caderci nell’oceano­, là dove le emozioni­ fluttuano, la razion­alità latita e le per­sone fingono. Tutti c­on la maschera (o fo­rse solo io) e il tea­tro che spaventa.
È recitare la parte d­ella persona forte, t­alvolta, mentre le ga­mbe tremano e la voce­ pure e si sogna solo­ il grembo materno.
– E poi?­
– E poi certe persone­ nascono senza protez­ione, così, come una ­lumaca senza guscio o­ una rosa senza spine­.
Esseri umani senza am­ore, in balia del nul­la.
(Cit. Stefania Espa)

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La vera ricchezza

Gocce di colore

Un padre ricco, volendo che suo figlio sapesse che significa essere povero, gli fece passare una giornata con una famiglia di contadini.
Il bambino passò 3 giorni e 3 notti nei campi.

Di ritorno in città, ancora in macchina, il padre gli chiese “Che mi dici della tua esperienza ?”
“Bene” rispose il bambino.

“Hai appreso qualcosa?” Insistette il padre.

“Si, ho imparato:
Che abbiamo un cane e loro ne hanno quattro.
Che abbiamo una piscina con acqua trattata, che arriva in fondo al giardino. Loro hanno un fiume, con acqua cristallina, pesci e altre belle cose.
Che abbiamo la luce elettrica nel nostro giardino ma loro hanno le stelle e la luna per illuminarli.
Che il nostro giardino arriva fino al muro. Il loro, fino all’orizzonte.
Che noi compriamo il nostro cibo; loro lo coltivano, lo raccolgono e lo cucinano.
Che noi ascoltiamo CD… Loro ascoltano una sinfonia continua…

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Il pescatore

Gocce di colore

citazioni-il-pescatore

Sul molo di un piccolo villaggio messicano, un turista americano si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto. Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo.

Il pescatore risponde ‘Non ho impiegato molto tempo’ e il turista ‘Ma allora, perché non è stato di più, per pescarne di più?’

Il messicano gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia.

Il turista chiese: ‘Ma come impiega il resto del suo tempo?’ E il pescatore: ‘Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera v

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I due muratori

Gocce di colore

racconti-i-due-muratoriIn un villaggio sulla riva di un fiume vivevano, tra gli altri, due uomini. Il primo faceva il muratore da molto tempo e qualunque cosa dovesse fare si assicurava prima di essere in grado di fronteggiare ogni possibile pericolo e imprevisto, investendo molto tempo nella preparazione. Il secondo faceva anch’egli il muratore da molto tempo ma a differenza del primo preferiva agire piuttosto che organizzare, correndo sempre più rischi di quanto fosse raccomandabile e finendo spesso i mattoni prima di essere arrivato al tetto.

Un giorno arrivò al villaggio una fornitura di mattoni così sostanziosa da permettere a entrambi di costruirsi una nuova casa.

Il secondo muratore si buttò a capofitto nell’impresa, prendendo ogni giorno un certo numero di mattoni, spesso erano pochi, qualche volta troppi, ma ogni giorno doveva comunque fare ritorno al magazzino perdendo molto tempo. Per la costruzione aveva scelto la riva del fiume, perché il panorama…

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Speranza

Gocce di colore

Racconti - SperanzaQuando Felicità si avvicinò a Cuore, Tristezza cercò di scacciarla in malo modo: “Vattene! Qui non c’è posto per te. Non vedi tutte le ferite che Cuore porta su di sé? Solo io posso stargli accanto!”.
Si avvicinò allora Tempo, che con la sua proverbiale pazienza disse “Su Tristezza, cerca di capire, sei stata vicina a Cuore per così tanto tempo che quasi non ti accorgi che accanto alle ferite di cui parli ci sono anche altri segni. Se guardi bene però li puoi vedere anche tu. Sono i ricordi delle cose belle, di quello che Cuore ora non riesce più a ricordare perché troppo occupato a piangere.”.
Intervenne allora lo Sconforto “Che differenza possono fare quei piccoli segni se paragonati a tutte le ferite che ci sono?”.
Rispose allora la Ragione “Certo, detta così forse Sconforto non sbaglia, le ferite sono tante e i ricordi a volte non si…

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Le cose che ho imparato dalla vita

Gocce di colore

Citazioni - Le cose che ho imparato dalla vita

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita.
Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà
e per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare,
affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai,
è invece

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Relazione tra alimentazione e umore

DIETA E UMORE

La dieta ha un ruolo fondamentale nella cura e nella prevenzione di moltissime patologie, comprese alcuni disturbi dell’umore. E’ stato accertato che mentre alcuni cibi sono in grado di risollevare il morale, altri inducono il soggetto emotivamente instabile in una condizione ulteriore di ansia e frustrazione. Si è verificato che una carenza di alcune vitamine (Vit. C, B12, B1, B6, B3, Ac. Folico, Biotina), minerali (ferro, zinco, selenio) o altri elementi essenziali (Ac. Pantotenico) facilita l’insorgere di sintomi depressivi. Queste sostanze infatti sono alla base della produzione di neurotrasmettitori, come serotonina e dopamina, coinvolti in numerose importanti funzioni biologiche tra cui il controllo dell’appetito, la percezione della fatica e del dolore, il ritmo sonno-veglia, il desiderio sessuale, i processi cognitivi e le emozioni. Il cibo che la persona ingerisce determina la sua composizione biochimica, anche e soprattutto a livello centrale. Una dieta con scarsa, eccessiva e/o squilibrata ingestione di alimenti secondo le loro proprietà nutrizionali può allora provocare spossatezza fisica, diminuzione delle prestazioni cognitive, squilibri neurali e problemi psicologici, ad es. tensione e labilità emotiva, ansia, umore altalenante, nervosismo, apatia, suscettibilità, sonno disturbato, etc. Una dieta sbilanciata produce altresì conseguenze negative sulle emozioni e sugli atteggiamenti dell’individuo, anch’esse chiaramente collegate alla sua componente psichica. Può inoltre essere influenzato in modo disfunzionale anche il temperamento della persona, certamente preformato in anni precedenti, ma anch’esso possibile bersaglio nel presente di una alimentazione squilibrata.

Il sistema nervoso utilizza come fonte energetica il glucosio, presente nei carboidrati semplici. Il glucosio media importanti neurotrasmettitori, favorendo la sensazione di benessere, l’attivazione e la tranquillità a livello psicologico. Tuttavia l’abuso di zuccheri semplici provoca scompensi psicofisici come apatia, sonnolenza, spossatezza e rallentamento cognitivo, in quanto l’eccesso di glucosio innalza la glicemia con conseguente innalzamento dell’insulinemia. L’assunzione invece di carboidrati complessi non provoca tali sintomi negativi e costituisce sia una fonte di energia primaria immediatamente utilizzabile sia una fonte di energia immagazzinabile.

I lipidi costituiscono i componenti principali di tutte le membrane cellulari, comprese quelle nervose (Fosfolipidi). In particolare il consumo di Acidi grassi polinsaturi (ad es. gli Omega 3 e gli Omega 6, di cui sono ricchi pesce e frutta secca) consente di agevolare il passaggio di nutrienti attraverso le pareti cellulari ed il loro assorbimento. Il consumo eccessivo di acidi grassi insaturi invece produce la diminuzione del passaggio di sostanze nutritive e dunque il peggioramento delle prestazioni cognitive (ragionamento, memoria, attenzione…). Inoltre gli alimenti ad elevato contenuto di grassi, per essere digerite, richiedono l’impiego di molto sangue da parte dell’apparato gastrointestinale, a scapito dell’irrorazione cerebrale. Ciò può portare ad un rallentamento dell’attività del sistema nervoso, con sonnolenza, rallentamento cognitivo ed apatia. Gli Omega 3 e 6 non sono prodotti autonomamente dall’organismo per cui vanno introdotti col cibo: gli omega 3 si trovano in acciughe, tonno, sgombro, salmone, aringhe, sardine, merluzzo, noci, nocciole, mandorle, arachidi; gli omega 6 si trovano in oli vegetali, verdure, cereali, carne.

Anche le proteine sono fondamentali per il benessere psico-fisico della persona in quanto agiscono addirittura da precursori e mediatori dei neurotrasmettitori. Fonti ricche di proteine sono carne, pesce, uova, latte, formaggio ed anche cereali e legumi. Ad esempio il Triptofano è alla base della formazione della serotonina, un neurotrasmettitore che modula l’umore e lo stato emozionale della persona, le funzioni sessuali, la temperatura, la fame ed il sonno. Il triptofano è particolarmente presente in cereali, latte e derivati, legumi, riso, frutta secca, verdure, carne, uova, pesce, banane, pappa reale. La Tirosina invece media la formazione della dopamina, che agisce sull’umore, lo stato di attivazione e vigilanza, la modulazione delle emozioni e dello stress e la ricezione del piacere La tirosina si forma a partire da un altro aminoacido, la fenilalanina, un aminoacido essenziale che deve essere assunto con l’alimentazione in quanto l’organismo non è in grado di produrlo. Tirosina e fenilalanina si trovano soprattutto in carne, legumi, pesce, latte, formaggio, spinaci, frutti di mare e uova.

Allo stesso modo anche la giusta assunzione di Vitamine è fondamentale. La Vitamina A, convertita dal Beta- Carotene presente nei vegetali e contenuta in pomodori, carote, pesce, uova, latte e derivati, è indispensabile per la salute delle ossa, dell’apparato visivo e di quello respiratorio ed ha buone qualità antiossidanti. Le Vitamine del gruppo B sono implicate nei processi di produzione di energia e di sintesi dei neurotrasmettitori. Si trovano in cereali, legumi, pesce, carne magra, oli vegetali, verdure a foglia verde e lievito di birra. Una loro carenza può determinare ansia, paura, disturbi dell’umore, demenza e disturbi psicotici. Fa parte del gruppo B anche l’Ac. Folico, indispensabile per il corretto svolgimento della sintesi del DNA e quindi particolarmente importante per le cellule ad elevato indice mitotico come gli eritrociti. Ha inoltre attività ansiolitiche e antidepressive. Le Vitamine C ed E e i Bioflavonoidi aiutano a contrastare l’affaticamento e l’invecchiamento a livello cerebrale e fisico da ossidazione dei radicali liberi, a stimolare il sistema immunitario, a preservare la salute dell’apparato tegumentario e del sistema cardiovascolare e a tenere alto il tono dell’umore. La Vitamina D (uova e pesce) è fondamentale per la sintesi del calcio e del fosforo e quindi per l’apparato osseo. La Vitamina K ha un ruolo determinante nella coagulazione del sangue. La Vitamina F preserva la giusta permeabilità della membrana cellulare- La Vitamina H (o Vitamina B8 ) partecipa al metabolismo degli aminoacidi e alla formazione delle scorte energetiche. Una sua carenza può comportare affaticamento dolori muscolari e discesa del tono dell’umore.

I Sali Minerali (calcio, ferro, fosforo, iodio, magnesio, potassio, sodio) e gli Oligoelementi (selenio, zinco, zolfo) sono cruciali nella mediazione di molteplici funzioni fisiologiche e mentali, come mantenere in salute il sistema nervoso, muscolare ed osseo, oltre a contrastare l’insorgere di ansia, stress, depressione e deficit cognitivi.

Ci sono tuttavia alimenti che possono contribuire ad alterazione e peggioramento dello stato emotivo. Questi contengono dei principi psicoattivi che eccitano e sregolano l’attività del sistema neuropsicologico. Tra questi si trovano alcool, caffè, tè, zuccheri raffinati, etc.

  • ALCOOL: L’azione principale svolta dall’alcol a livello cerebrale è comunque quella di deprimere l’attività sinaptica tra i neuroni. L’alcol deprime l’attività cerebrale principalmente aumentando l’attività inibitoria dei recettori GABA e riducendo l’attività eccitatoria del glutammato. Agendo sul sistema GABAergico, l’alcol provoca anche un incremento della dopamina nei centri cerebrali della gratificazione. Difficoltà motorie, di eloquio, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria sono tutti evidenti effetti dell’alcol sul cervello. Coloro che bevono grandi quantità di alcol da lungo tempo corrono il rischio di svilupparegravi e permanenti cambiamenti cerebrali. I danni possono essere il risultato degli effetti diretti dell’alcol sul cervello o del risultato indiretto di un cattivo stato di salute generale o da una grave patologia al fegato. Una deficienza di tiaminaper esempio, si verifica comunemente in soggetti affetti da alcolismo e deriva da una cattiva alimentazione generale. La tiamina, nota anche come vit. B1, è un elemento essenziale necessario a tutti i tessuti, cervello compreso. Fino all’80% degli alcolisti presenta una deficienza di tiamina e alcune di queste persone svilupperanno gravi disturbi mentali quali la sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS). Si tratta di una patologia costituita da due diverse sindromi, una grave condizione chiamata encefalopatia di Wernicke ed una condizione debilitante nota come psicosi di Korsakoff. I sintomi dell’encefalopatia di Wernicke comprendono: confusone, paralisi dei nervi oculari e difficoltà di coordinazione dei muscoli. I pazienti con encefalopatia di Wernicke potrebbero avere difficoltà a trovare la via d’uscita all’interno di una stanza o essere addirittura incapaci di deambulare. Circa l’80-90% dei soggetti alcolisti con encefalopatia di Wernicke sviluppano anche psicosi di Korsakoff, una sindrome cronica e debilitante caratterizzata da persistenti problemi di apprendimento e di memoria. I pazienti affetti da questa sindrome sono smemorati e ed hanno difficoltà a deambulare e a coordinare i movimenti. Oltre a non riuscire a ricordare vecchie informazioni, hanno difficoltà anche ad acquisirne di nuove. L’assunzione di alcol in forti quantità e per lunghi periodi di tempo può danneggiare il fegato, l’organo principalmente responsabile della metabolizzazione dell’alcol, fino a comportare danni al cervello con un conseguente disturbo cerebrale potenzialmente mortale noto come encefalopatia epatica. L’encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell’umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l’ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo quale ad es. una minore capacità attentiva; nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale. Anche senza arrivare a questi livelli, l’alcool può causare distruzione neuronale con rimpicciolimento del cervello e abbassamento del tono dell’umore.

  • CAFFè: Ha azione psicostimolante e le sue ripercussioni sul sistema nervoso sono dose dipendenti. Può causare insonnia e nervosismo. Lo stesso vale per il Tè.

  • CIBI FRITTI ed alimenti ad ELEVATO INDICE GLICEMICO: Comportano instabilità dei livelli di insulina e senso di sazietà momentaneo; sono ipercalorici e terminato l’effetto aggravano malessere e depressione già in atto.

  • Cibi contenenti ADDIDITIVI e CONSERVANTI CHIMICI: Istamina, glutammato, tiramina…

  • NICOTINA: Combinata con livelli ematici di CO può avere effetto negativo su umore e funzioni cerebrali.

Fonti:

Www.cpsico.com

www.neuroscienzedipendenze.it

alcol.dronet.org

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